lunedì 27 maggio 2013

UN Dì VERRA'

Con la prof. di letteratura stiamo affrontando l'argomento del Dolce Stil Novo e della Scuola Poetica Siciliana. E attraverso le poesia che abbiamo letto ne abbiamo elaborata una tutta nostra a gruppi e io ho lavorato con la mia amica Giulia Cinti.
Qui sotto il link dell poesia.

giovedì 23 maggio 2013

CARO FALCONE...


Caro Giovanni Falcone,
forse pensavo di non poterti mai scrivere, ma adesso sono qui che ti scrivo una lettera, si proprio a te Giovanni Falcone, il grande e coraggioso uomo che stava per sconfiggere il mostro. Dopo che ho letto la tua storia, dopo che ho seguito tutti i tuoi viaggi per sconfiggere il mostro, mi rendo conto che eri un uomo degno di una vita e una famiglia che ti poteva abbracciare quando tornavi a casa dopo una lunga giornata in tribunale, ma questo in ti è stato permesso faceva la vita di un topo, se la possiamo chiamare così. Casa- tribunale, tribunale-casa e questa non è una vita per un eroe come te!
Tu amavi molto la tua vita anche se non era degna di essere vissuta, ma amavi anche tu moglie Francesca, una donna dolce e coraggiosa come te. Non sapevate, però che la vostra storia, terminava appena avreste passato il cartello con su scritto Capaci.
In un istante della tua vita ti sarà sicuramente capitato di pensare, perché non avevi una vita normale? Perché hai scelto di fare un lavoro del genere? O perché non potevi avere una famiglia? Ma sicuramente ad ogni domanda che ti ponevi trovavi una risposta che le risolveva tutte.
 Mi sono innamorata della tua storia e soprattutto come il papà di Giovanni l’ha raccontata al proprio figlio, seguendo tutti i passi che hai compiuto tu con la tua scorta e spiegandogliela con dei piccoli oggetti che la raccontavano perfettamente: il carciofo, l’omino del biliardino, l’aspirina…
Ed ecco che ti immagino seduto su un grande tavolo pieno di assegni, mentre li esamini uno per uno in cerca di prove per incastrare il mostro come un bambino cerca i suoi amici che si sono nascosti… ma hai pensato di mollare tutto e di vivere una vita normale? O sei sempre stato coraggioso e pieno di forza? Nei tuoi panni io sarei riuscita a resistere il più possibile, ma avrei mollato, forze per paura di perdere la vita. Infatti come è successo a te, hai perso la tua vita, per proteggere il prossimo e sconfiggere la mafia rendendo questo un mondo felice e senza più paura.
Con la mia classe abbiamo letto il tuo libro e abbiamo visto tutte le foto del mostro che tu hai sconfitto, lottando, ma abbiamo visto anche i tuoi amici che come te hanno perso la vita per rendere questo un futuro migliore.
Tutti avrebbero fatto quello che hai fatto tu con i tuoi amici, ma tutti anche avrebbero paura di sconfiggere la mafia con le stesse tue armi.
Eri e sei ancora un uomo coraggioso e pieno di riconoscimento da tutte le persone che ti vogliono bene e anche dalle persone che come me che ti conoscono solo grazie a un libro e a delle foto prese da internet.
Con questa lettera ti ho detto tutte le cose che ho scoperto leggendo il tuo libro e per me questa è stata una preziosa occasione!

Giorgia Quaresima
Giulia Cinti

sabato 11 maggio 2013

IL SIGNOR HARRISON E LA SUA EREDITA'


Notte. Notte fonda e buia. Notte popolata da gente sola. E da una mano spettrale che con forza e cattiveria sferra un colpo alle spalle di un anima innocente.

Come al solito la mattina era uscito molto presto, andava a fare colazione al bar sotto casa. Indossava il solito vestito e la solita cravatta nera, la sua camicia bianca, e le sue scarpe di cuoio nero lucido. Erano anni che ripeteva quella storia e che  lavorava come avvocato nel parlamento di New York. Era un uomo molto distinto e ben voluto dalla gente che voleva la giustizia per i malfattori e dai suoi colleghi, riusciva a risolvere casi che solo lui con la sua competenza poteva portare a termine, per dirlo in poche parole era il lavoratore modello a cui volevano tutti assomigliare.
-Allora per quel caso in sospeso?-
-Non capisco!-
- Si che capisci pensa bene!-
-Veramente cosa succede?-
-Per quel conticino in sospeso del mio amico!-
-Ne abbiamo già parlato!-
-Ma…ma… neanche se… il tuo conto in banca aggiunge qualche soldo?-
-No la questione è chiusa! Già ne abbiamo parlato!-
-Pensaci bene!1 Potresti dare un futuro miglio alla tua famiglia!-
-Lascia stare la mia famiglia! Loro si trovano bene!
-Pensi solo a te stesso! Non pensi mai alla felicità delle persone altrui!-
-La giustizia per i malfattori va scontata!-
- Si, ma una volta ogni tanto un eccezione si può pure fare!-
-La giustizia non da scampo a nessuno! Ci sono prove, testimoni e indizi!-
-La giustizia di qua… la giustizia di la!-
-Come le ripeto la giustizia a sempre ragione!-

Il commissario con la scorta e la scientifica arrivano in un batter d’occhio. Il commissario George osserva la scena del delitto guardando ogni minimo dettaglio: la camera è a soqquadro: nell’armadio sembra esplosa una bomba, le finestre sono aperte, le tende sono per terra e sono sporche di sangue e i cassetti sono divelti, i quadri sono tutti sul pavimento, il letto è sfatto pieno di sangue.Al centro della stanza si trova il cadavere del Signor. Harrison. I suoi occhi mandano una sensazione di dolore e di paura, il suo volto è pallido e racconta il dolore subito e il pugnale che si trova trafitto nella sua schiena fa capire che l’assassino non amava per niente il Signor Harrison.
-Trovato qualcosa?-
-No niente indizi fini ad ora!-
-Avete controllato se manca qualcosa?-
-L’unica cosa che manca nelle cassaforte è la pagina dove si trova la firma dell’attestato d’eredità del Signor Harrison!-
-Quindi sarà sicuramente una omicidio! Ma l’assassino voleva solo l’eredità del signore dato che il resto della cassaforte è in odine come s nessuno l’avesse toccata!-
-Infatti un indizio al quanto strano!-
-Commissario possiamo controllare gli spostamenti della vittima negli ultimi periodi?E non ci scordiamo le telefonate, gli incontri ripresi dalla videocamere e anche le registrazioni dei video di sorveglianza del parlamento!Dobbiamo scoprire con chi si incontrava e dove! Dobbiamo scoprire tutto della vittima!-
-Signora Marple mi metto subito a lavoro! Le farò sapere appena scopro qualcosa!-
Passano molti giorni  fino a quando il commissario mi chiama per darmi notizie:
- Buongiorno Signora Marple!-
-Buongiorno commissario! Mi dica tutto?-
-Abbiamo molte prove! Credo che siamo arrivati alla colpevole! O forze ci siamo quasi!-
-Bene bene! Si procede molto bene!-
-Si si! L’assassino ha lasciato molte prove!-
-Un assassino al quanto esperto in materia!-
-Ora la devo lasciare! Le indagini mi chiamano!-
-Allora mi faccia sapere al più presto!-
-Arrivederci Signora Marple!La richiamerò per darle altre notizie!-
-Arrivederci Commissario!-
Passano giorni, settimane, mesi e la squadra di polizia e di investigatori si dirige al parlamento dove lavorava il povero Signor. Harrison.
-Buonasera Signora Harrison che cosa fa qui lei?-
-Io qui lavoro! E’ da tanto tempo che non la rivedo!-
-Si è vero sono stato molto indaffarato questo ultimo periodo! Ma a proposito lei come sta?-
-Molto bene! Ma la giustizia mi chiama devo tornare a lavoro se non le dispiace!-
-Be fosse in lei  io già mi sarei preoccupato se un commissario mi venisse a parlare lei non crede?-
-Guardi che io con l’omicidio di mio marito non centro niente! Lo sa bene è stato quell’uomo con cui la mattina stessa ha avuto una discussione!-
- Ma io non indicavo l’omicidio di suo marito!-
La signora Harrison con voce balbettante e insicura rispose:
-Ma me lo sono immaginato!-
-E poi, perché ha parlato dell’uomo che ha avuto quella discussione con suo marito?-
-…ho buttato a caso!-
-Ho forse lei ha detto così, perché è stata lei stessa ad strappare le pagine del testamento di suo marito dopo aver saputo che la sua eredità non andava a lei, ma a sua sorella! Sulla cassaforte non ci sono segni di scasso, quindi è stata aperta sicuramente da una persona che conosceva il codice segreto! Il testamento ci ha fatto capire che è stata lei ad ucciderlo per la grande rabbia  con un coltellino da lettere trovato nel forno a microonde un nascondiglio al quanto impensabile!-
-Mi dispiace infatti mi sono subito pentita, ma lui mi ha costretto! Io sono sua moglie e ho diritto alla sua eredità! Ci siamo sposati più di 10 anni fa, ma la paura che non mi lasciava nessun soldo mi affissiava e l’unico motivo era ucciderlo!-
-Ma questo non giustifica la sua azione! Per un testamento che in futuro poteva anche essere cambiato lei ha ucciso un uomo innocente che svolgeva bene il suo lavoro, che aveva uno stipendio al quanto sostanzioso e che amava la sua famiglia più di ogni altra cosa al mondo!-
Notte. Notte fonda. Notte popolata da gente sola. Chiusa in una cella del distretti di New York.