mercoledì 10 aprile 2013

DIARIO DI GUERRA


8 gennaio 1989
Caro diario,
il dolore, la tristezza e la sfurtuna mi perseguitano..
mi guardo intorno e non c’è più nulla. Tutto è morto pieno di tristezza e dolore…
La piazza dove giocavo ormai è tutta piana di calcinacci e resti di negozi, botteghe e case orma
i distrutte.
La scuola ormai è un cimitero: banchi e sedie sono andate distrutte come la nostra speranza, sulle lavagne si intravedono  ancora le nostre scritte alla fine della scuola  che mi fanno scendere delle lacrime lungo le guance e la mia felicità se ne va via come tutti il resto…
E pensare che la trascorrevo le mie giornate insieme hai miei amici agiocare a parlare…
Quelli si che erano bei ricordi pieni di speranza, felicità e amore… Pensare a quei ricordi mi fa venire da piangere.

9 gennaio 1989
Caro diario,
oggi ho sentito i miei genitori che discutevano tra loro:
-Moriremo prima che tutto finirà!-
-Stai calma! Non preoccuparti!-
-Noi moriremo! Me lo sento!-
-Non è vero!Non farti ingannare dalla tua tristezza!-
-Moriremo e non finiremo mai la nostra vita!-
-Non dire così!-
-Per noi la nostra vita finisce qui!-
-Non dire queste cose! Noi vivremo più a lungo possibile!-
-Noi moriremo! E non avremo un futuro felice!-
Sentire quelle parole mi fa pensare anche a me che non avremo un future e se lo avrò mi porterò dietro un passato infelice…

10 gennaio 1989
Caro diario,
anche se siamo in periodo di guerra, con i miei amici ci vediamo quasi tutti i giorni, perché abitiamo vicini.
Mentre facevamo due passi incontriamo la mamma di Maria, rimasta vedova.
Il suo volto era scarno, pallido e pieno di rughe che raccontavano il suo più grande dolore. I suoi occhi erano pieni di lacrime e tristezza. La sua bocca faceva fatica a parlare e a dire “ciao”.
La morte del marito ha sconvolto tutta la famiglia e Maria è da tanto tempo che non la vedo… e in questo momento sto immaginando la tristezza che prova la piccola Maria..

11 gennaio 2012
Caro diario,
oggi sono ancora più triste del solito, ma è inutile che te lo dico, perché te lo potrai immaginare…
Mi  mancano le lunghe passeggiate, le chiacchierate che facevamo con i miei amici,.
Mi mancano le mie abitudini, i miei giochi che facevo insieme a mio cugino.
Mi manca la felicità, la serenità e la gioia che ogni bambino desidera.
Mi manca sedermi sui banchi di scuola e ascoltare il parlare dei professori.
Mi manca sentire e vedere la gente che passeggiava lungo i viali, che ormai non c’è più.
Mi manca la mia identità e la mia vita felice e piena d’amore…

12 gennaio 1989
Caro diario,
non sopporto più questa orribile vita…
Vorrei un futuro felice e gioioso.
Vorrei divertirmi con i miei amici.
Vorrei andare a scuola e sedermi sul banco e iniziare a scrivere.
Vorrei  rivedere e risentire il vociare delle persone lungo i viali.
Vorrei svegliarmi con il silenzio e non con lo scoppio delle bombe.
Ma questo non so de potrà accadere e se è solo un sogno vorrei svegliarmi il prima possibile…

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