Ecco ci siamo, oggi è il primo
giorno di scuola. Mi trovo davanti il cancello. Speriamo che Mike e Paul non mi
vedono. Entro nel atrio della scuola con aria indifferente, senza rivolgere
parola a nessuno e piano piano mi intrufolo nel corridoio della scuola. Ma come
non detto Mike e Paul mi seguono e in con tono amichevole i dicono:
-Ciao Giorgia! Finalmente ci
rivediamo, ma che fina hai fatto questa estate?? Non ti abbiamo visto in giro!-
-Ero… ero…a…a-
-Ehi tranquilla non ti facciamo
niente!! Mica ti mangiamo!!-
-Ero a Milano da mio padre e poi
sono andata al mare!! E voi dove siete stati??-
-Non sono affari tuoi!!
Nanetta!!-
-Scu…scu…scusa!-
-Mike, Paul!! Venite
immediatamente qui!!-
Una voce cupa e profonda, tagliò
il silenzio.
-Eccoci stiamo arrivando! E tu
nanetta non ti muovere, ritorniamo subito! E se quando torniamo non ti troviamo
saranno affari tuoi!-
Corsero verso un ombra enorme e
iniziarono a bisbigliare qualcosa sotto voce. In un batter d’occhio ritornarono
e con loro c’era anche un enorme uomo con aria arrabbiata e infuriata.
I suoi occhi erano bovini e rossi come la
brace che arde, le sue mani erano grandi e non vedevano l’ora di prendere a
pugni qualche ragazzo indifeso. Indossava un paio di scarpe larghe come due
barche e i suoi pantaloni erano pieni di strappi che lo rendevano ancora più
bullo di quanto era.
Quel ragazzo non lo avevo mai
visto prima e mi metteva molta paura e mi disse:
-Ehi come ti chiami??-
-Io sono… sono… sono… Giorgia!!-
-Ecco bene Giorgia io sono Rino!-
DRIIIIN…DRIIN
Suona la campanella delle
elezioni… e io scappo da sotto i loro volti e mi intrufolo in classe mettendomi
al banco pi lontano da loro, ma come da programma loro si misero tutti vicino a
me e da la capii che era ora di reagire a tutte le loro violenze.
-Buongiorno!! Ragazzi oggi
ricomincia la scuola e quindi voglio da voi un comportamento migliore di quello
degli anni passati!- disse la professoressa appena entrata in classe
E noi senza rispondere prendemmo
i quaderni e iniziammo a fare il solito tema sulle vacanze che tutte le
professoresse danno agli alunni all’inizio della scuola. Appena la
professoressa abbassò lo sguardo i 3 bulli che avevo vicino si misero a darmi
fastidio: tirandomi cartoccetti, facendo volare da una parte all’altra il mio
astuccio e tirandomi i capelli.
-Basta non vi sopporto più!! Ma
non avete nessun altro da infastidire?- dissi arrabbiata
-Ma che cosa è questo casino?
Giorgia che succede?- disse la prof.
Ma appena stavo dicendo che cosa
stava succedendo Mike mi fulmina con lo sguardo, come per dire se dice qualcosa
io ti meno, quindi non risposi e continuai a fare quello che stavo facendo.
Forse questo anno sarà duro, Mike
e Paul non me li ricordavo così.
Mi ricordo che quando andavamo
all’asilo insieme erano 2 bambini molto calmi e gentili, eravamo molto amici.
Quando uscivamo da scuola andavamo sempre al giardino insieme e qualche volta sono
anche venuti da me a giocare. Ogni volta che chiedevano qualcosa dicevano
“grazie” e “per favore”.

-Giorgia… Giorgia… girati ti
dobbiamo dire una cosa!-
Io mi girai e Rino il ragazzo
nuovo mi tirò un cartoccetto diritto negli occhi.
DRINN… DRINN
Sono la 11.00 e come sempre io sono seduta al mio banco a
giocare a carte con le mie amiche e quindi i 3 bulli non si posso avvicinare e
farmi qualche altro dispetto.
Sono le 11.15 e le elezioni
ricominciano e mi aspettano all’altre 3 ore di fastidiosi, insopportabili e
irritanti dispetti, ma per fortuna entra la prof. Di tecnica e chiama Mike,
Paul e Rino e gli disse:
-Da quest’anno voi vi metterete
tutti e 3 vicino a me così non darete fastidio a nessuno!-
Queste parole sono musica per le
mio orecchie e appena finisco di sognare come sarà bello senza di loro tra i
piedi, già vedo dei cartoccetti volare sopra la mia testa.
Ora dopo ora e lezione dopo
lezione finalmente arrivano le 14.10 e suona la campanella della fine delle
elezioni e di corsa esco fuori per non incontrare i 3 bulli, ma ancora una
volta loro mi procedono e mi aspettano fuori da scuola con un enorme palloncino
pieno d’acqua, ma per fortuna non riescono a peccarmi e iniziai a correre lungo
il viale della scuola salendo al volo nella macchina di mi madre.
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