Razzismo
contro persone di diversa cultura nasce nel XVIII. E ancora oggi il razzismo
esiste, i luoghi più colpiti sono gli stadi italiani. Vengono offesi i
giocatori con cori, striscioni e frasi razziste.
BOATENG LASCIA IL CAMPO
Il razzismo negli stadi potrebbe spingere Kevin-Prince Boateng
lontano dal Milan e dall'Italia. Intervistato dalla Bild su quanto accaduto a Busto Arsizio e
sulle possibili conseguenze sul suo futuro, il centrocampista ghanese confessa
che "non è qualcosa che puoi scrollarti di dosso e basta. Ci dormirò su
per le prossime tre notti e la prossima settimana incontrerò il mio agente
Roger Wittmann e vedremo se ha ancora senso continuare a giocare in
Italia". Parole che aprono a un clamoroso addio per quanto Boateng
ribadisca di essere stato "fiero" del comportamento dei compagni, che
lo hanno subito seguito quando ha lasciato il campo. "Ho potuto sentire i
primi versi da scimmia dopo 5' - racconta - all'inizio non ho pensato nulla,
poi si sono ripetuti e sono andato dall'arbitro avvertendolo che se fossero
proseguiti avrei lasciato il campo. Ha provato a calmarmi, ma quando sono
ricominciati i cori, allora ho pensato 'adesso basta, non continuerò a
giocare'". Per Boateng "è facile chiudere un occhio, agire è più
difficile, ma avrei fatto la stessa cosa anche se fosse stata una partita di
Champions contro il Real Madrid e lo farò sempre. Ero arrabbiato, triste,
scioccato, il fatto che cose come queste accadano ancora nel 2013 è una
disgrazia, non solo per l'Italia ma per il calcio nel mondo. Volevo mandare un
segnale forte perché cose del genere non possono esistere, dobbiamo aprire gli
occhi. Quando è troppo, è troppo, il razzismo non ha posto nel calcio".
CORI RAZZISTI CONTRO UN GIOCATORE 16ENNE FROSINONE
Un baby calciatore di colore è stato
bersaglio, sabato pomeriggio, di insulti e cori razzisti durante la partita del
campionato provinciale juniores che si è disputata a Sant’Elia Fiumerapido, nel
Cassinate. Il 16enne, attaccante dello Sporting Club di Pontecorvo durante la
partita ha sopportato insulti e cori da parte dei tifosi avversari. Fino a
quando la situazione non è divenuta ingestibile e lo stesso ragazzo in lacrime
si è tolto la maglietta e ha abbandonato il campo. Insieme a lui sono andati
via tutti i compagni di squadra. I presidenti delle due compagini hanno cercato
di riportare la calma, ma non c’è stato verso di far riprendere la partita.
L’arbitro ora deciderà i provvedimenti da prendere.
STRISCIONI RAZZISTI NON MANCANO MAI
Ancora una volta sono apparsi
striscioni nazifascisti sugli spalti dello stadio Olimpico di Roma. Infatti oggi durante la
partitaRoma-Livorno sono apparsi sulla curva sud, quella della tifoseria
romanista, degli striscioni con il volto del Duce, la croce uncinata e
quella celtica, cioè i simboli dell'estrema destra che ricordano tristemente la
pulizia razziale. Nonostante l'iniziale idea di controllare ogni striscione e
di interrompere la partita in occasione di eventuali offese razziali, i tifosi
sono riusciti ad introdurre e mettere in mostra i loro "capolavori
offensivi", compreso uno striscione con su scritto: «Lazio-Livorno: stessa
iniziale, stesso forno», esplicitamente riferito ai forni in cui venivano
sistematicamente eliminati gli ebrei durante i regimi nazifascisti degli anni
40. Tutto questo accade proprio nella settimana dedicata al ricordo della
tragedia della Shoah. Gli striscioni sono
rimasti appesi per tutto il primo tempo e buona parte del secondo senza che le
forze dell'ordine intervenissero per contrastare l'apologia del fascismo, un
reato espressamente vietato dalla nostra Costituzione.
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