lunedì 8 aprile 2013

NO AL RAZZISMO


Razzismo contro persone di diversa cultura nasce nel XVIII. E ancora oggi il razzismo esiste, i luoghi più colpiti sono gli stadi italiani. Vengono offesi i giocatori con cori, striscioni e frasi razziste.

BOATENG LASCIA IL CAMPO
Il razzismo negli stadi potrebbe spingere Kevin-Prince Boateng lontano dal Milan e dall'Italia. Intervistato dalla Bild su quanto accaduto a Busto Arsizio e sulle possibili conseguenze sul suo futuro, il centrocampista ghanese confessa che "non è qualcosa che puoi scrollarti di dosso e basta. Ci dormirò su per le prossime tre notti e la prossima settimana incontrerò il mio agente Roger Wittmann e vedremo se ha ancora senso continuare a giocare in Italia". Parole che aprono a un clamoroso addio per quanto Boateng ribadisca di essere stato "fiero" del comportamento dei compagni, che lo hanno subito seguito quando ha lasciato il campo. "Ho potuto sentire i primi versi da scimmia dopo 5' - racconta - all'inizio non ho pensato nulla, poi si sono ripetuti e sono andato dall'arbitro avvertendolo che se fossero proseguiti avrei lasciato il campo. Ha provato a calmarmi, ma quando sono ricominciati i cori, allora ho pensato 'adesso basta, non continuerò a giocare'". Per Boateng "è facile chiudere un occhio, agire è più difficile, ma avrei fatto la stessa cosa anche se fosse stata una partita di Champions contro il Real Madrid e lo farò sempre. Ero arrabbiato, triste, scioccato, il fatto che cose come queste accadano ancora nel 2013 è una disgrazia, non solo per l'Italia ma per il calcio nel mondo. Volevo mandare un segnale forte perché cose del genere non possono esistere, dobbiamo aprire gli occhi. Quando è troppo, è troppo, il razzismo non ha posto nel calcio".

CORI RAZZISTI CONTRO UN GIOCATORE 16ENNE FROSINONE
Un baby calciatore di colore è stato bersaglio, sabato pomeriggio, di insulti e cori razzisti durante la partita del campionato provinciale juniores che si è disputata a Sant’Elia Fiumerapido, nel Cassinate. Il 16enne, attaccante dello Sporting Club di Pontecorvo durante la partita ha sopportato insulti e cori da parte dei tifosi avversari. Fino a quando la situazione non è divenuta ingestibile e lo stesso ragazzo in lacrime si è tolto la maglietta e ha abbandonato il campo. Insieme a lui sono andati via tutti i compagni di squadra. I presidenti delle due compagini hanno cercato di riportare la calma, ma non c’è stato verso di far riprendere la partita. L’arbitro ora deciderà i provvedimenti da prendere. 

STRISCIONI RAZZISTI NON MANCANO MAI
Ancora una volta sono apparsi striscioni nazifascisti sugli spalti dello stadio Olimpico di Roma. Infatti oggi durante la partitaRoma-Livorno sono apparsi sulla curva sud, quella della tifoseria romanista, degli striscioni con il volto del Duce, la croce uncinata e quella celtica, cioè i simboli dell'estrema destra che ricordano tristemente la pulizia razziale. Nonostante l'iniziale idea di controllare ogni striscione e di interrompere la partita in occasione di eventuali offese razziali, i tifosi sono riusciti ad introdurre e mettere in mostra i loro "capolavori offensivi", compreso uno striscione con su scritto: «Lazio-Livorno: stessa iniziale, stesso forno», esplicitamente riferito ai forni in cui venivano sistematicamente eliminati gli ebrei durante i regimi nazifascisti degli anni 40. Tutto questo accade proprio nella settimana dedicata al ricordo della tragedia della Shoah. Gli striscioni sono rimasti appesi per tutto il primo tempo e buona parte del secondo senza che le forze dell'ordine intervenissero per contrastare l'apologia del fascismo, un reato espressamente vietato dalla nostra Costituzione.

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